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Questo documento è una porzione estratta da Appunti di informatica libera, realizzata per scopi particolari o anche solo per consentire una stampa parziale del lavoro in tempi diversi. Per ottenere l'opera completa e avere di conseguenza maggiori informazioni sulla stessa, se non è già distribuita assieme a questa riduzione si vedano i riferimenti che appaiono all'inizio del volume.
Si osservi che generalmente questo lavoro, oltre che essere formato dai sorgenti in SGML, è accompagnato normalmente dalla composizione finale in HTML e in PDF.
Con il termine «Unix», scritto in questo modo, si intende identificare il complesso di tutti i sistemi operativi che si rifanno al sistema operativo UNIX originale, anche se non sono stati costruiti a partire dagli stessi sorgenti. GNU/Linux, GNU/Hurd, i sistemi *BSD e Minix sono intesi come appartenenti a questa famiglia di sistemi operativi.
Con il termine «X» si intende indicare il sistema grafico X in modo imprecisato, con l'intenzione di non fare riferimento a un marchio particolare.
Con il termine «Dos» si fa riferimento a tutti i sistemi operativi cloni di MS-Dos, compreso l'originale.
Quando un comando, un modello sintattico o un esempio contiene una riga molto larga, che non può essere rappresentata nella sua interezza senza spezzarla in due o più parti, si usa una notazione che cambia in funzione del tipo di composizione finale. Seguono alcuni esempi che servono a far capire la simbologia adottata, in modo da non confonderla con il contenuto effettivo della riga che si vuole rappresentare.
Riga suddivisa | Riga originale |
|
|
|
|
/sbin:/usr/sbin:/usr/bin\ |
/sbin:/usr/sbin:/usr/bin:/bin:/usr/bin/X11 |
Si osservi che dalla suddivisione si deve intendere anche se tra un pezzo e l'altro esiste uno spazio o meno. Nei primi due esempi della tabella c'è uno spazio prima dell'interruzione, mentre nell'ultimo non ci sono spazi.
Nell'opera si utilizza lo standard IEC 60027-2 per rappresentare i moltiplicatori di quantità relative alla misurazione dei dati.
Tabella i1.2. Prefissi IEC 60027-2.
Origine | Nome | Simbolo | Valore | Note |
kilobinary | kibi | Ki | 210 | Si usa la «K» maiuscola. |
megabinary | mebi | Mi | 220 | |
gigabinary | gibi | Gi | 230 | |
terabinary | tebi | Ti | 240 | |
petabinary | pebi | Pi | 250 | |
exabinary | exbi | Ei | 260 | |
zettabinary | zebi | Zi | 270 | |
yottabinary | yobi | Yi | 280 |
I numeri con base di numerazione diversa da quella comune vengono rappresentati in modo uniforme, attraverso l'indicazione della base stessa, senza usare le notazioni tipiche dell'ambito informatico. Per esempio: 0A16 = 1010 = 128 = 10102.
Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome introduzione.html
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