Tutte le configurazioni durante l'esecuzione sono eseguite da live-config. Vengono qui presentate alcune delle opzioni di live-config più comuni alle quali gli utenti sono interessati; una lista completa può essere trovata nel suo manuale.
Un'importante considerazione è che l'utente live viene creato all'avvio da live-boot e non da live-build durante la compilazione. Questo non solo influenza dove viene introdotto il materiale relativo all'utente nella creazione, come discusso in Live/chroot include locali, ma anche ogni gruppo e permesso associato all'utente live.
È possibile specificare gruppi aggiuntivi ai quali l'utente live apparterrà preconfigurando il valore passwd/user-default-groups di debconf. Ad esempio, per aggiungere l'utente al gruppo fuse, inserire quanto segue ad un file nella directory config/chroot_local-preseed:
debconf passwd/user-default-groups string audio cdrom dialout floppy video plugdev netdev powerdev fuse
Quando il sistema live si avvia, la lingua è inserita in tre fasi:
impostazione del layout di tastiera per X
Quando si crea un sistema live la localizzazione predefinita è "locales=en_US.UTF-8". Per definire quale generare, si usi il parametro locales nell'opzione --bootappend-live di lb config:
$ lb config --bootappend-live "locales=de_CH.UTF-8"
Questo parametro può inoltre essere usato dalla riga di comando del kernel, specificando una localizzazione nella forma lingua_nazione.codifica.
Sia la configurazione della tastiera in console sia di X dipendono dal parametro keyboard-layouts dell'opzione --bootappend-live. Si possono trovare le opzioni valide per i layout di X in /usr/share/X11/xkb/rules/base.xml (piuttosto che limitate alle due lettere del codice della nazione); per trovare il valore (i due caratteri) corrispondenti alla lingua, si cerchi con il nome inglese della nazione in cui si parla tale lingua:
$ grep -i sweden -C3 /usr/share/X11/xkb/rules/base.xml | grep name
<name>se</name>
Per ottenere i file di localizzazione per il layout di tastiera tedesco e svizzero-tedesco in X:
$ lb config --bootappend-live "locales=de_CH.UTF-8 keyboard-layouts=ch"
Si può ottenere un elenco di valori validi della tastiera per la console con il seguente comando:
$ for i in $(find /usr/share/keymaps/ -iname "*kmap.gz"); \
do basename $i | head -c -9; echo; done | sort | less
In alternativa è possibile utilizzare il pacchetto console-setup, uno strumento per configurare il layout della console tramite le definizioni di X (XKB); si può dunque impostare il layout in modo più preciso con le variabili keyboard-layouts, keyboard-variant, keyboard-options e keyboard-model; live-boot userà questi parametri anche per X. Ad esempio, per impostare un layout French-Dvorak (chiamato Bepo) su un sistema francese con una tastiera TypeMatrix, sia in console sia in X11:
$ lb config --bootappend-live \
"locales=fr_FR.UTF-8 keyboard-layouts=fr keyboard-variant=bepo keyboard-model=tm2030usb"
Uno dei paradigmi di un cd live è un sistema preinstallato eseguito da un supporto in sola lettura, come un cdrom, dove le modifiche non sopravvivono ai riavvii dell'hardware della macchina ospitante.
Un sistema Debian Live è una generalizzazione di questo paradigma e di conseguenza oltre ai CD gestisce altri supporti; ma comunque, nel suo comportamento predefinito, deve essere considerato in sola lettura e tutte i cambiamenti fatti durante l'esecuzione del sistema verranno persi allo spegnimento.
Persistenza è il nome comune per differenti tipi di soluzioni per salvare alcune o tutte queste modifiche con i riavii. Per capire come funziona potrebbe essere utile sapere che sebbene il sistema venga avviato ed eseguito da un dispositivo in sola lettura, le modifiche a file e directory vengono scritte su uno scrivibile, tipicamente un ram disk (tmpfs) e i dati sui ram disk non sopravvivono ai riavii.
I dati immagazzinati su questo ramdisk andrebbero salvati un supporto scrivibile persistente come un hard disk, una chiave USB, una condivisione di rete o anche una sessione di un CD/DVD riscrivibile multisessione. Tutti questi supporti sono gestiti in Debian Live in modi differenti, e tutti tranne l'ultimo richiedono un parametro d'avvio speciale da specificare all'avvio: persistent.
Con "persistenza completa" si intende l'uso di una partizione scrivibile invece di un filesystem temporaneo (tmpfs) per salvare le modifiche al supporto in sola lettura (con il sistema COW, copy-on-write). Per utilizzare questa caratteristica, una partizione con un filesystem scrivibile e supportato ed etichettata come "live-rw" deve essere collegata al sistema in fase di avvio e il sistema va fatto partire con il parametro "persistent". Questa partizione potrebbe essere di tipo ext2 su un hard disk o una penna usb creata ad esempio con:
# mkfs.ext2 -L live-rw /dev/sdb1
Se si possiede già una partizione sul dispositivo basta solo cambiare l'etichetta con una delle seguenti:
# tune2fs -L live-rw /dev/sdb1 # for ext2,3,4 filesystems
# dosfslabel /dev/sdb1 live-rw # for a fat filesystem
Ma siccome gli utenti dei sistemi live non hanno sempre la possibilità di utilizzare una partizione su disco rigido, e considerando che la maggior parte delle chiavi USB hanno scarse velocità di scrittura, la persistenza "completa" può anche essere usata con dei file immagine, è possibile creare un file che rappresenta una partizione e inserire questo file immagine anche su una partizione NTFS di un sistema operativo estraneo, qualcosa come:
$ dd if=/dev/null of=live-rw bs=1G seek=1 # for a 1GB sized image file
$ /sbin/mkfs.ext2 -F live-rw
Quindi copiare il file live-rw su una partizione scrivibile e riavviare con il parametro d'avvio "persistent".
Se durante l'avvio viene trovata una partizione (filesystem) su file immagine o una partizione etichettata come home-rw, questa verrà montata direttamente come /home, permettendo quindi la persistenza dei file che appartengono ad esempio all'utente predefinito. Può essere unita alla persistenza completa.
Le istantanee sono raccolte di file e directory che non vengono montate durante l'esecuzione ma copiate all'avvio da un dispositivo persistente al sistema (tmpfs) e risincronizzate al riavvio e spegnimento. Il contenuto di un'istantanea può risiedere su una partizione o file immagine (come i tipi menzionati poc'anzi) etichettati come live-sn, ma sotto forma di un semplice archivio cpio nominato live-sn.cpio.gz. Come sopra, all'avvio, i device a blocchi collegati al sistema vengono analizzati alla ricerca di una partizione o file così nominati. Un'interruzione di corrente durante l'esecuzione potrebbe portare ad una perdita di dati, per cui si può usare uno strumento che richiama live-snapshot --refresh per sincronizzare i cambiamenti importanti. Giacché non scrive continuamente sul dispositivo, questo tipo di persistenza è il sistema più comodo e veloce per dispositivi basati su memoria flash.
Esiste anche un'istantanea della /home con etichetta home-sn.*; funziona come la principale ma viene applicata solo ad /home.
Attualmente le istantanee non possono gestire la cancellazione dei file, al contrario della persistenza completa e il mount automatico della home.
Se un utente avesse bisogno di archiviazioni multiple dello stesso tipo per differenti posti o per test, come live-rw-casa e live-rw-lavoro, il parametro d'avvio persistent-subtext usato in congiunzione con persistent permetterà supporti persistenti multipli ma univoci. Un esempio potrebbe essere un utente che vuole usare una partizione etichettata come live-sn-sottotesto, userebbe: persistent persistent-subtext=sottotesto.
Le modifiche in fase di esecuzione del tmpfs possono essere incluse in uno squashfs usando live-snapshot e aggiunte al cd per rimasterizzare la iso nel caso di un cd riscrivibile o aggiunto ad una sessione di un cd/dvd(rw) multisessione; live-boot monta tutti i filesystem /live in ordine o con il modulo del parametro d'avvio.